L’identificazione genetica di Al Baghdadi

Emma Yasinski si chiede, su “TheScientist” online di ieri (31 ottobre 2019), se possa essere vero che i resti di Al Baghdadi siano stati confermati geneticamente in soli 15 minuti, come ha affermato Trump.

Che siano già disponibili anche commercialmente strumenti da banco che producono profili individuali di qualità forense in un’ora e mezza è noto, ma che nel caso di Al Baghdadi la conferma fosse disponibile già 15 minuti “dopo che lui è stato ucciso” è sorprendente. Che i militari abbiano sviluppato una loro tecnologia segreta?

Se non cediamo al nostro istinto complottista, dobbiamo pensare che Trump, o qualcuno per lui, abbia voluto esagerare. Però la questione del “Rapid DNA test” è già molto attuale: L’FBI definisce il Rapid DNA come “il processo completamente automatico (senza interventi manuali) che genera un profilo genetico dei loci base del CODIS da un tampone buccale”. Tale processo – dal campione al profilo – consiste “nell’automatizzazione di estrazione, amplificazione, separazione, rivelazione, e identificazione allelica, senza interpretazione umana”.

Finché si tratta di operare in strutture fisse dedicate tale compito non appare particolarmente estremo; il problema è però di sviluppare uno strumento che possa essere portato in campo e usato da non-tecnici: ciò significa che esso non deve solo essere portatile e facile da usare, ma che deve poter utilizzare reagenti conservati a temperatura ambiente, e deve essere in grado di sopportare notevoli scosse senza dover essere ricalibrato.

La ANDE, compagnia biotecnologica di Boston fondata nel 2004, ha fatto del “Rapid DNA” la sua missione istitutiva, e ha prodotto il primo strumento approvato dall’FBI, nel 2018. Anche La Termo Fisher Scientific ha prodotto e commercializzato due strumenti per il Rapid DNA, il cui uso è stato autorizzato da alcuni stati americani per l’uso da parte di stazioni di polizia (ne parlo a pag. 12).

Rappresentanti delle due compagnie intervistati da Emma Yasinski non si sono voluti esprimere sulla possibilità di un “rapid test” da 15 minuti, ma comunque non considerano il limite attuale dei 90 minuti come definitivo.

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