Fuori tema: l’andamento della pandemia nel mondo (13 maggio)

I dati sul numero quotidiano di contagi e di morti da SARS-CoV-2 per paese provengono da qui.

Ho considerato i morti, in quanto non solo rappresentano un indice “forte” della gravità della pandemia, ma probabilmente sono anche il dato più confrontabile fra paesi, nonostante le varie fonti di incertezza sul computo delle morti che sono realmente causate dal virus.

I paesi che hanno riportato almeno 1000 morti al 13 maggio sono in tutto 22: in ordine di numerosità totale decrescente, USA, UK, Italia, Spagna, Francia, Brasile, Belgio, Germania, Iran, Olanda, Canada, Cina, Turchia, Messico, Svezia, India, Ecuador, Russia, Perù, Svizzera, Irlanda, Portogallo.

Il grafico seguente mostra le medie mobili calcolate su sette giorni (l’unica correzione apportata è l’eliminazione di 1290 morti che la Cina ha aggiunto in un solo giorno il 17 aprile):

Il quadro di insieme mostra chiaramente una generale tendenza al contenimento dell’epidemia, ma è utile discriminare fra i paesi.

A) Tre paesi, Cina, Svizzera e Portogallo, sembrano aver controllato l’epidemia fino a spegnerla o quasi; un quarto paese, l’Irlanda, è sulla stessa via ( ma la raccolta dei dati appare più episodica) :

B) Undici paesi, Usa, Uk, Italia, Spagna, Francia, Belgio, Germania, Iran, Olanda, Turchia e Svezia, mostrano una tendenza consolidata alla diminuzione delle morti. La tendenza sembra lineare su scala logaritmica, che significa che la diminuzione tende a scemare nel corso del tempo, ovvero che la coda sarà molto lunga prima di ridursi a valori bassi in assoluto. Si distinguono le curve di Usa e Uk, la cui pendenza è relativamente minore che negli altri paesi:

C) Sei paesi, Brasile, Canada, Messico, India, Russia e Perù, non hanno ancora imboccato la via della discesa (il Canada vi è vicino); anche l’Equador sembra appartenere a questo gruppo:

Qualche commento

Il lockdown su scala mondiale ha generalmente fermato la crescita esponenziale del contagio, però non dappertutto, e comunque non ha fermato la propagazione locale del virus.

Con l’avanzata della bella stagione nell’emisfero nord, la gente non ne può più del contenimento, e a ciò si aggiunge la preoccupazione degli imprenditori che vedono approssimarsi il rischio del fallimento; tutto ciò sembra aver messo in secondo piano l’importanza del controllo della pandemia.

Il virus non solo uccide una minoranza dei contagiati, ma lascia in una frazione dei “guariti” pesanti conseguenze a lungo termine che si stanno cominciando a valutare solo ora.

Sembra che i governi si stiano assuefacendo all’idea che il virus non si può eliminare, e che uno stillicidio di vittime, tale comunque che non saturi le strutture sanitarie, è inevitabile. Resta da vedere quanto grande sia questo tributo che accettiamo di pagare per non impoverirci troppo, e resta ancora l’incognita dello scoppio di focolai incontenibili. Chi vivrà vedrà.

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